Un giorno di primavera
Pippetto e la sua
Pimpia spargevano il becchime per le
tortorelle che appena li videro, con un frullio d'ali, volarono gioiose verso di loro. Tanti semi neri striati di bianco erano il cibo di cui le tortore erano tanto ghiotte.
Pippetto si accorse che in mezzo a quei semi ce n'erano due che piangevano, li raccolse e chiese loro quale fosse il motivo di quel pianto. Il semino più coraggioso spiegò che lui e il suo amico avevano il desiderio di
trasformarsi in un fiore e divenire alti alti per essere vicini al sole.
Pippetto allora ebbe un'idea, chiamo Maso e insieme diedero dimora ai semini disperati in due vasi colmi di morbida terra. I giorni e le notti trascorsero portando sole, aria tiepida e gocce di pioggia che fecero germogliare i semi. I germoglio si
trasformarono presto in lunghi steli ricoperti di foglie ed in cima ad incoronarli apparvero due grandi boccioli verdi.
Tre Pimpie incoronarono le infiorescenze che stavano per schiudersi in un'esplosione di giallo e arancione
Due immense corolle di petali gialli fecero un girotondo intorno al capolino di tantissimi fiori e fu una gran festa.
Pimpia spiego che quei due semini erano diventati dei magnifici girasoli.
Tanti piccoli fiori facevano un girotondo formando una spirale che dal verde passava al giallo tenue e dal caldo arancione passava al giallo che era quello del sole, quei piccoli fiori si sarebbero presto trasformati in tanti piccoli semi neri striati di bianco quel cibo dolce e nutriente che era la gioia delle tortorelle.
Pippetto allungò la mano verso il girasole che molti giorni prima era un semino disperato e gli disse: "Ora sei alto, alto più di me e puoi salutare il sole". Il girasole chinò il capo e lasciò cadere una polverina dorata sulla mano di quel bimbo che lo aveva aiutato a realizzare il suo sogno.